Chatto con Federica, mi fa sorridere nel dirmi che racconta sempre alla sua piccola Gaia una storia "ora mamma ti racconta il giorno che sei nata..." , ma lei era in preda alle endorfine e non ricorda tutto alla perfezione, così lo farò io.
La notte del 22 marzo ero di guardia, era tardi, forse l 'una del mattino, sul display del telefono appare "federica", "Alessia mia, mi esce tanto sangue, mi fa male la pancia... che devo fare?", "venire, devi venire qui da me, ti aspetto...".
Dopo un pò arrivano, le leggo il terrore negli occhi, la visito subito e le dico che ha rotto il sacco, e che il sangue che vede è da collo che si è modificato... suo marito mi dice "Alessia tutto bene?" "certo che si! iniziano i giochi!".
Il travaglio inizia di notte... procede rapidamente, al mattino io mi fermo in ospedale per vedere nascere Gaia,
so che non posso lasciarla nemmeno un secondo, Federica è convinta, pur sbagliando, ma non è il momento di mettersi a sottilizzare, che senza di me lei non potrà farcela, o forse semplicemente vuole sentirsi "coccolata"... e chi si muove!
In sala travaglio ci siamo io, Federica e suo marito, che non so come ha fatto a non svenire visto il pallore... Federica tiene la mia mano, poi si mette seduta e io la abbraccio da davanti, le massaggio la schiena in maniera antalgica, poi ci alziamo, camminiamo un pò, sempre mano per la mano.
Federica canta la canzone che avevamo imparato durante la gravidanza, quella che doveva esser il suo antistress durante il travaglio "ecco Marino, la sagra c'è del vino... fontane che danno vino..." io la assecondo, l ostetrica pensa che siamo pazze, ma funziona, lei così non pensa al dolore e arriva a dilatazione completa... iniza a sentire il premito, comincia a spingere... quello scricciolo di donna all improvviso diventa irrefrenabile, trova una forza incredibile e spinge, spinge forte, ha fretta di vedere Gaia! andiamo in sala parto, io sempre al suo fianco e Dario che le tiene la testa... poche altre spinte e lei ci raggiunge e piange... Gaia piange, Federica piange, Dario piange... io cerco di trattenermi, ma non ce la faccio, mi siedo per terra e sento le lacrime, mi alzo, sorrido e la abbraccio... "vedi Fede, ce la abbiamo fatta, eccola..." mi stringe la mano "solo grazie a te Alessia!"... invece no, io non ho fatto nulla, assolutamente nulla, se non starle vicino...
Federica, questo è stato il tuo parto... te lo ricordavi così?
La notte del 22 marzo ero di guardia, era tardi, forse l 'una del mattino, sul display del telefono appare "federica", "Alessia mia, mi esce tanto sangue, mi fa male la pancia... che devo fare?", "venire, devi venire qui da me, ti aspetto...".
Dopo un pò arrivano, le leggo il terrore negli occhi, la visito subito e le dico che ha rotto il sacco, e che il sangue che vede è da collo che si è modificato... suo marito mi dice "Alessia tutto bene?" "certo che si! iniziano i giochi!".
Il travaglio inizia di notte... procede rapidamente, al mattino io mi fermo in ospedale per vedere nascere Gaia,
so che non posso lasciarla nemmeno un secondo, Federica è convinta, pur sbagliando, ma non è il momento di mettersi a sottilizzare, che senza di me lei non potrà farcela, o forse semplicemente vuole sentirsi "coccolata"... e chi si muove!
In sala travaglio ci siamo io, Federica e suo marito, che non so come ha fatto a non svenire visto il pallore... Federica tiene la mia mano, poi si mette seduta e io la abbraccio da davanti, le massaggio la schiena in maniera antalgica, poi ci alziamo, camminiamo un pò, sempre mano per la mano.
Federica canta la canzone che avevamo imparato durante la gravidanza, quella che doveva esser il suo antistress durante il travaglio "ecco Marino, la sagra c'è del vino... fontane che danno vino..." io la assecondo, l ostetrica pensa che siamo pazze, ma funziona, lei così non pensa al dolore e arriva a dilatazione completa... iniza a sentire il premito, comincia a spingere... quello scricciolo di donna all improvviso diventa irrefrenabile, trova una forza incredibile e spinge, spinge forte, ha fretta di vedere Gaia! andiamo in sala parto, io sempre al suo fianco e Dario che le tiene la testa... poche altre spinte e lei ci raggiunge e piange... Gaia piange, Federica piange, Dario piange... io cerco di trattenermi, ma non ce la faccio, mi siedo per terra e sento le lacrime, mi alzo, sorrido e la abbraccio... "vedi Fede, ce la abbiamo fatta, eccola..." mi stringe la mano "solo grazie a te Alessia!"... invece no, io non ho fatto nulla, assolutamente nulla, se non starle vicino...
Federica, questo è stato il tuo parto... te lo ricordavi così?