venerdì 18 novembre 2011

Viva la sanità pubblica!

Lei aveva prenotato il suo secondo cesareo in una famosa ed "esosa "clinica privata " romana, invece una complicanza imprevista la fa approdare d'urgenza del mio "sgarrupato" e poco elegante ospedale mondieu!
Lei telefona alla sua famosa ginecologa dicendo che si sentirebbe più tranquilla a rifiutare il ricovero e correre in clinica... per carità! faccia pure, ma le spiego che purtroppo la sua famosa ginecologa non ha riconosciuto, nelle 8 ecografie fatte, una grave complicanza, che ora è sfociata nella sua copiosa perdita di sangue... mondieu! (e quando ce vò, ce vò! ihhih)... la ginecologa la informo io, le dico io quale è il problema... inventa "il raccordo è bloccato" rimani lì e fatti fare il cesareo lì... infatti così facciamo...
Insomma, tanti soldi risparmiati in un comunissimo ospedale pubblico, dove in pochi minuti abbiamo fatto una diagnosi ignorata in 9 mesi di esoso percorso...
Beh, vorrei tanto che la sanità pubblica venisse incentivata e non demonizzata e screditata come sta attualmente accadendo... la sanità deve esser per tutti e non per pochi...e negli ospedali pubblici ci sono persone e professionalità che non hanno nulla da invidiare ai privati... se non il conto in banca...

giovedì 3 novembre 2011

Il paradiso, se esiste, da oggi ha un nuovo angelo

un piccolissimo angelo che per qualche strana ragione ha scelto di non conoscere la sua mamma...
Claudia non mi leggerà, non è importante, le rivolgo un ultimo abbraccio e un "in bocca al lupo", la morte è solo una porta lasciata aperta, per sbaglio...

sabato 22 ottobre 2011

sentita questa le ho davvero sentite tutte...

Ieri una bella ragazza, sui 25-26 anni,viene nel mio reparto e chiede informazioni su come prenotare la cardiotocografia; insieme alla cara ostetrica le fissiamo l 'appuntamento, come al solito iniziamo a parlare con lei circa il decorso della sua gravidanza visto che ha scelto di venire a partorire da noi e fin qui tutto bene...
ad un certo punto la ragazza dice "veramente io poi dovrò fare il cesareo perchè mi hanno tolto una cisti ovarica e la dottoressa che mi segue ha detto che devo per forza fare il cesareo visto che ho una cicatrice."
Noi momenti collassiamo! ma come il cesareo? che c'entra una cisti ovarica con la modalità del parto e con il cesareo nello specifico? poso capire se avesse fatto una recente miomectomia, ma ammetto solo il discorso del grosso mioma intramurale, ma la cisti ovarica è davvero  la prima volta che la sento!
Perchè continuare a creare confusione nelle donne? perchè dire cose che non hanno il minimo riscontro scientifico? perchè c'è qualche collega "così poco preparato", che consiglia un intervento chirurgico (il cesareo) ad una giovane donna che non ne presenta indicazione alcuna?
Il discorso del rischio chirurgico e post chirurgico, la mia brava collega lo avrà chiaramente esposto alla donna?
No, scusate lo sfogo, ma davvero sentita questa le ho sentite tutte....

venerdì 7 ottobre 2011

E torno a commuovermi

"A te che prima di esser stata un medico sei stata un'amica...
Grazie per avermi guidata in questo cammino
Grazie per essermi stata incondizionatamente vicino
Grazie per l'accuratezza che hai mostrato in ogni momento
Grazie per l'amore che metti nel tuo lavoro
Grazie per il bene incondizionato che doni alle tue donne
avrei voluto vivere insieme la gioia del parto ed invece il destino  ha scelto per me un'altra strada, ed io che ero stata così tranquilla, alla fine ho ceduto... forse quel pianto liberatorio mi ha aiutata in quel momento, ma la tensione era così imperante che non ho avuto la lucidità e la consapevolezza di partecipare alla nascita della mia bambina. Sono certa che quando l hai vista sei stata tu a farle sentire il calore del mondo. Ti vogliamo bene"

E' la lettera di una mamma, una paziente, un'amica a cui, mio malgrado, ho dovuto fare un cesareo, mi commuove l affetto, mi commuove l' esser riuscita a trasmettere sentimenti e passione, mi commuove il fatto che abbia vissuto la nascita di Emma come una violenza, a dimostrazione che nei nove mesi insieme lei aveva  condiviso con me il concetto di nascita come evento naturale e bellissimo...
Alla fine Emma sta bene e questo è quel che conta, ma questa lettera giunge in una giornata in cui abbiamo assistito due parti difficili ma bellissimi, dove l averci creduto , fermamente creduto, è stato fondamentale...

Anche queste parole le custodirò gelosamente e le rileggerò, insieme alle altre, tutte le volte in cui penserò che  fare il ginecologo sia un atto di masochismo puro...

lunedì 12 settembre 2011

23 marzo 2011... un post su richiesta!

Chatto con Federica, mi fa sorridere nel dirmi che racconta sempre alla sua piccola Gaia una storia "ora mamma ti racconta il giorno che sei nata..." , ma lei era in preda alle endorfine e non ricorda tutto alla perfezione, così lo farò io.
La notte del 22 marzo ero di guardia, era tardi, forse l 'una del mattino, sul display del telefono appare "federica", "Alessia mia, mi esce tanto sangue, mi fa male la pancia... che devo fare?", "venire, devi venire qui da me, ti aspetto...".
Dopo un pò arrivano, le leggo il terrore negli occhi, la visito subito e le dico che ha rotto il sacco, e che il sangue che vede è da collo che si è modificato...  suo marito mi dice "Alessia tutto bene?" "certo che si! iniziano i giochi!".
Il  travaglio inizia di notte... procede rapidamente, al mattino io mi fermo in ospedale per vedere nascere Gaia,
so che non posso lasciarla nemmeno un secondo, Federica è convinta, pur sbagliando, ma non è il momento di mettersi a sottilizzare, che senza di me lei non potrà farcela, o forse semplicemente vuole sentirsi "coccolata"... e chi si muove!
In sala travaglio ci siamo io, Federica e suo marito, che non so come ha fatto a non svenire visto il pallore... Federica tiene la mia mano, poi si mette seduta e io la abbraccio da davanti, le massaggio la schiena in maniera antalgica, poi ci alziamo, camminiamo un pò, sempre mano per la mano.
Federica canta la canzone che avevamo imparato durante la gravidanza, quella che doveva esser il suo antistress durante il travaglio "ecco Marino, la sagra c'è del vino... fontane che danno vino..." io la assecondo, l ostetrica pensa che siamo pazze, ma funziona, lei così non pensa al dolore e arriva a dilatazione completa... iniza a sentire il premito, comincia a spingere... quello scricciolo di donna all improvviso diventa irrefrenabile, trova una forza incredibile e spinge, spinge forte, ha fretta di vedere Gaia! andiamo in sala parto, io sempre al suo fianco e Dario che le tiene la testa... poche altre spinte e lei ci raggiunge e piange... Gaia piange, Federica piange, Dario piange... io cerco di trattenermi, ma non ce la faccio, mi siedo per terra e sento le lacrime, mi alzo, sorrido e la abbraccio... "vedi Fede, ce la abbiamo fatta, eccola..." mi stringe la mano "solo grazie a te Alessia!"... invece no, io non ho fatto nulla, assolutamente nulla, se non starle vicino...
Federica, questo è stato il tuo parto... te lo ricordavi così?

lunedì 5 settembre 2011

Il primo respiro

Buongiorno a tutti,
sono mesi che non scrivo, oggi torno a farlo per consigliarvi un film bellissimo, del 2007, "IL PRIMO RESPIRO", di Gilles De Maistre, documentario sulla nascita nelle varie nazioni e culture del mondo.
Io per la prima volta lo vidi in ospedale, una notte, in compagnia di una fantastica ostetrica.
Inutile dire che, da ginecologo e da donna, le emozioni furono tantissime, così come le lacrime, le stesse che anche ieri hanno condito la mia "seconda visione"...
Vi innamorete della naturalità del parto, sarete pervase dalla assoluta naturalità, dall'idea che la nascita richiede semplicemente l'ascolto del proprio corpo, che sa fare tutto da solo, che suggerisce respirazione, movimenti, posizioni...
Guardandolo il paragone con i nostri occidentalissimi parti viene spontaneo, viene spontaneo che forse stiamo sbagliando qualcosa, me per prima.
Certamente oggi le complicanze materne e fetali sono rarissime, grazie proprio ai controlli effettuati durante tutta la gravidanza fino al momento del travaglio vero e proprio, ma probabilmente noi operatori dovremmo fare qualcosa in meno, probabilmente stiamo interferendo troppo.
Con questo intendo dire che dovremmo lasciare spazio a voi donne, dovremmo mettervi in condizione di ascoltarvi di più, di esser voi attrici protagoniste e non nostre comparse o spalle.
Durante la visione del film mi è venuto in mente il parto assistito sabato notte, un travaglio bellissimo, una donna dolcissima che è entrata in ospedale chiedendo il cesareo (mannaggia mannaggia), ma che poi ci ha ascoltate attentamente ed è rinsavita, in pochi minuti, da questa malsana idea. Allo stesso tempo però lei ci chiedeva in continuazione quello che doveva fare "Adele (l ostetrica), che devo fare?, devo spingere? come mi devo mettere? , Dottoressa che faccio adesso?"... per carità a noi ha fatto estremamente piacere sentire che si affidava a noi, sentire che collaborava in maniera splendida, assitita per tutto il tempo da mamma e marito che non abbiamo fatto allontanare un minuto... ma perchè non è riuscita ad ascoltare se stessa? perchè voleva costantemente il nostro "parere"?
Forse nel corso della gravidanza le si è fatto credere che senza un medico non si partorisce? che solo il medico ha il segreto della nascita? che ha doni divini nelle mani e che senza lui nulla accadrebbe, o quanto meno non nel modo giusto?
No amiche mie, non è così, voi siete le protagoniste, voi dovete suggerire a noi, noi dobbiamo solo avere un occhio attento su quello che succede, ma un occhio non invadente, presente ma silenzioso.
Personalmente seguo sempre i travagli, ma per passione, perchè mi piace esserci, ma sottolineo alle donne che la mia è una presenza inutile, che non sono lì perchè devo, ma perchè mi piace esserci...
Le mie ostetriche mi accettano di buon grado, perchè sanno che non parlo, che non visito, che non uso farmaci, che non interferisco in alcun modo... ma qualcosa non mi quadra, se una donna non riesce ad ascoltarsi vuol dire che stiamo facendo ancora troppo rumore...
Quando da alcune pazienti comincio a ricevere un numero troppo elevato di telefonate inizio a pormi il problema... perchè questa donna ha così paura? chi le ha fatto credere di esser malata e di aver costantemente bisogno di me e del mio parere? E' un suo atavico preconcetto o in passato ha avuto la sventura di abbattersi in medici che le hanno fatto credere di non esser padrona del proprio corpo? chi ha staccato il collegamento tra il suo cervello e il suo corpo? perchè non sanno più comunicare?
Allora mi rimbocco le maniche, sdrammatizzo, parlo, parlo tantissimo, ribadisco il concetto di gravidanza "sua e non mia"... ricordo che io controllo ma non guido, io ci sono, ma fondamentalmente non servo...
Guardando questo film capirete quello che intendo e vi auguro di trovare sulle vostre strade persone che sappiano raggiungere il giusto equilibrio tra controllo del benessere materno/fetale e oligarchia medica su qualcosa appartiene solamente a voi!
BUONA VISIONE

lunedì 23 maggio 2011

Il coraggio di Raffaella

Questo post è la risposta buona al precedente, una storia ancora più triste forse, ma il finale è degno delle più belle favole, la dedico ad una lettriche che ha vissuto una bruttissima esperienza ed ha commentato il post di ieri...

Raffaella entra nel mio studio più di un anno fa accompagnata da un bambino bellissimo, il suo primo figlio, mi dice "sono incinta, vorrei esser seguita da lei";iniziano così un pò tutte le gravidanze, ma Raffaella ha una storia da raccontarmi...
Qualche anno fa ha avuto un secondo figlio, apparentemente tutto normale, ma il bambino nel corso del suo sviluppo mostrava segni di ritarto psicomotorio, segni purtoppo ingravescenti.
I genitori lo portano a fare tante visite, alla fine un neurologo sospetta una grave patologia genica, patologia purtoppo poi confermata.
Il bambino peggiora giorno dopo giorno, non cammina, non pronuncia la parola "mamma" e a due anni muore.
La patologia in oggetto è rarissima, ha un carattere "autosomico recessivo" come si dice in medichese, cioè entrambi i geni devono esser mutati, con le indagini effettuate su Raffaella e suo marito viene fuori che entrambi sono portatori sani del gene mutato e che il bambino ha avuto la sfortuna di esser quel 25% che eredita entrambi i geni mutati dai genitori...
Loro però vogliono un altro figlio, dopo lo sconforto riprovano, a 12 settimane effettuano la villocentesi, il destino si accanisce, anche questo feto è malato, Raffaella deve affrontare l'aborto terapeutico...
Un anno dopo entra nel mio studio, è di nuovo incinta....
Per prima cosa, dentro si me ho pensato al coraggio di questa donna, ho pensato che io forse al suo posto non ce la avrei fatta a riprovare un'altra volta, ma questo era solo il mio pensiero, a quel punto io dovevo prendere per mano Raffaella ed iniziare questo cammino insieme.
lei è campana, e dei campani ha il sorriso, la solarità, la grinta e la simpatia, questo ci aiuta!
A 12 settimane ovviamente si risottopone a villocentesi e mi dice "ho scelto te perchè quando hai visitato mia madre ho sentito che eri positiva e mi avresti portato fortuna!".
Ovviameete l'attesa è stata dura, per lei, per suo marito, ma anche per me!
Poi un giorno mi chiama, leggo il suo nome, rispondo, lei grida "è sana, ed è una bambina!", io esulto!
Il resto della gravidanza è stato bellissimo, come non poteva esserlo d'altro canto!
Ho fatto nascere io la figlia di Raffaella, la mia ennesima nipotina, terzo cesareo, appena la ho tirata fuori, ho praticamente urlato dalla gioia in sala operatoria!
Ora stanno benissimo, sono una famiglia stupenda, sono la dimostrazione che le cose alla fine accadono come noi le abbiamo sognate...
Non so quante donne avrebbero avuto il coraggio di Raffaella, di certo il suo istinto materno è stato più forte della paura e questo è il messaggio che lancio a quelle persone che hanno vissuto esperienze devastanti come quella di Raffaella e della signora del post precedente: "NON ABBIATE PAURA!"

domenica 22 maggio 2011

Quel maledettissimo cromosoma in più

Otto anni di attesa di un figlio che pare non voler arrivare, alla fine eccolo; il ritardo, il test di gravidanza, la prima ecografia, la gioia che esplode.
Arriva anche l'amniocentesi, a 36 anni è bene farla, e con essa la notizia rumorosissima e devastante di un cromosoma in più.
Trisomia 13, oddio cos'è, oddio che facciamo, oddio non può essere, non può un microscopico cromosoma in più uccidere la nostra felicità.
E quindi la scelta, il ricovero, l'aborto terapeutico...
Questa è la storia di oggi, di una bellissima ragazza bionda che ha dovuto prendere la decisione più dura per una donna.
Da tre giorni è ricoverata da noi, il destino si accanisce, perchè nonostante i tanti farmaci il suo utero ancora non si arrende.
Ieri sono riuscita a trovare un pò di tempo per andare a conoscerla e parlare con lei, cercando di darle un pò di forza e facendole sentire la mia solidarietà.
Lei è forte, piange solo quando nessuno la vede, cerca di sostenere il marito, i genitori e con me si apre e si vede che aveva tanta voglia di parlare.
Le storie in questi casi sono molto simili, lei come aggravante ha il fatto che questa gravidanza è arrivata dopo tanti anni di ricerca, quando quasi non ci credevano più.
Io inizio a raccontare tremila altre storie, tremila altre gravidanze insorte dopo terribili esperienze, non mento, è tutto vero, di solito il destino toglie ma poi in qualche modo restituisce e io sono certa che sarà così anche per lei.
Non è piacevole, lo ammetto, assistere all' aborto terapeutico, a dire la verità è forse la cosa più spiacevole del mio lavoro, concentrarsi sulle cose da fare, mantenere la freddezza, quando invece avresti voglia di piangere, di urlare o anche solo abbracciare queste donne.
Invece tu sei il medico e devi "fare", assitere, controllare, riempire tremila carte, la burocrazia è infinita...quando mi capita cerco di mostrarmi come persona più che come medico, cerco di curare maggiormente l'aspetto umano, di rendere il meno spiacevole possibile per la coppia una esperienza che definire devastante è dire poco.
A volte piango, lo ammetto, e meno male che ieri eravamo in penombra, altrimenti lei avrebbe notato i miei occhi lucidi mentre ascoltavo la sua storia.
Quando mi sono alzata dal suo letto la ho abbracciata, più forte che potevo, perchè è tanta forza che avrei voluto trasmetterle, perchè è di tanta forza che ha bisogno.
Non dimenticherà mai, ne sono certa, la consapevolezza, il rammarico, la rabbia, lo sconforto, per un lungo periodo regneranno sovrani, ad un certo punto però dovranno superare e ricominciare a credere e a desiderare quel figlio che per questa volta non è arrivato.
Il tempo è un gran dottore, il tempo smussa gli angoli, il suo trascorrere affievolisce i ricordi peggiori, rendendoli vivibili...

Un cromosoma in più, un maledettissimo cromosoma in più...

martedì 22 marzo 2011

mail per me

Eccoci qua Alessia,
non sono brava in italiano … ma voglio scriverti qualche parole per farti capire quanto sei stata importante per me.
La prima volta che ti ho vista era il 27 luglio 2010, ancora non sapevo nulla sulla mia gravidanza…anzi a sentire quelli del pronto soccorso non c’erano grandi speranze…tu mi hai guardato e mi hai detto…vedrai vedrai io sono una maga..secondo me non e un extrauterina….mi hai visitato e cosi e stato!!!!
Da quel momento è iniziato un periodo bellissimo..nonostante le ansie e le paure che una futura mamma può avere….
Ricordo anche quando sono venuta a studio era la nona settimana…e mi sono messa a piangere emozionata nel vedere che “il pallino” era ancora li..e si muoveva….non sono riuscita a trattenere le lacrime dall’emozione….e se lo vuoi sapere non riesco neanche a trattenerle adesso mentre rivivo e ti scrivo….
Sei stata una presenza costante, una amica, una mamma, una sorella, mai e dico MAI avrei pensato di poter instaurare un così bel rapporto con un ginecologo…. E quindi mai avrei pensato di poter vivere così serenamente questi nove mesi…e invece sono stati fantastici…. Nonostante magari i piccoli problemi incontrati…. Ma devo dire che con te sempre presente probabimente non li ho vissuti neanchecon l’ansia… forse neanche mi rendevo conto del reale problema….solo un paio di volte quando ho visto il tuo viso cambiare espressione durante la visita… allora si … mi sono spaventata… ma è durato poco… perché sentivo che con te accanto sarebbe andato tutto bene…. Era una sensazione forte…. Mi hai dato così forza e coraggio che come ti ho detto a volte mi sento in colpa perché sembra che questa bambina l’ho fatta con te invece che con D...…che poverino è stato carino adorabile…ma comunque non si rendeva conto di tante cose…
Ed è per tutti questi motivi che il mio desiderio più grande non è solo vedere nascere Gaia…ma che tu sia con noi…. Sono sicura che con te sarebbe tutto più facile…. Sarebbe naturale…. Sarebbe la fine di un percorso iniziato insieme… ma so che non sarà una cosa facile…. io provo a stimolare qst travaglio quando so che sei di turno ma tutto tace….ahahhah
L’altro giorno al monitoraggio immaginavo il travaglio ed il parto con quella dott.ssa acida Sig.ra ROTTERMAIER….grrrrrr……mi sono venuti i brividi ....no no altro che tappo di damigiana mi metto……..
Stanotte allora pensavo di corromperti in qlc modo….iihihihhi….magari una rottura delle acque forzata…o un po di ossitocina…hahhahahah…per cercare di far capitare il tutto quando ci sei tu…… ihihihihi…. Lo so sono tremenda…. Ma vabbèin qlc modo devo pur fare…mica posso aspettare che quella va in pensione…… J
Spero tanto di vederti stanotte!!!!
Alessia ti voglio bene
Grazie di cuore

martedì 25 gennaio 2011

Considerato che l'amore non ha prezzo lo pagherò con tutto l'amore che ho.

Gabriele, il figlio della mia piccola Rambo mi scrive:
"Mamma è un pò timida ed impacciata, quindi lo faccio io che sono più in gamba di lei...
Grazie!!
Grazie per la presenza, per la dolcezza e la pazienza con cui hai accompagnato mamma e papà alla mia nascita e grazie di avermi fatto nascere,
Ti vogliamo bene,
Gabriele"

Ho cercato di trattenere le lacrime mentre la abbracciavo a studio, ovviamente non c'è l'ho fatta, e a dirla tutta mi ero già emozionata tanto a vederla entrare con quello splendore tra le braccia, lei così piccola, così dolce e timida, ma così forte, la mia piccola Rambo... la mia piccola Rambo a cui ho dovuto fare un cesareo che ancora non mi perdono, perchè ero sicura che sarebbe stata forte e bravissima... perchè io quella notte ero di guardia e avrei voluto solo starle vicino, come un'amica, sostenerla ed incoraggiarla, invece affondando quel bisturi sulla sua pelle ho sentito il dolore io, che l'anestesia non avevo...e mentre prima le facevo firmare il consenso all'intervento ho visto la tristezza nei suoi occhi e quello sguardo ancora mi fa male, pur sapendo benissimo che non potevamo andare avanti.

Tu mi hai scritto piccola mia e ora lo faccio io a te, ti ho sempre ammirata e ti voglio bene, ma sono certa che questo lo sai già...

sabato 15 gennaio 2011

Oddio, oddio mi sento male!

"Dottoressa??? Oddio oddio mi sento male! ho la tachicardia, mi scoppia il cuore e la testa!tra un pò muoio!"
La telefonata esordisce così... dall'altra parte del telefono parla Elena, ragazza vista e conosciuta un mese fa per routinario controllo non in gravidanza, di cui riconosco la voce, inconfondibile, una di quelle persone che parlano ridendo.
Ero in ospedale seduta, mi alzo di scatto, mille campanelli di allarme si accendono in me; le dico "Elena stai tranquilla! rilassati e dimmi bene quello che ti senti!" e lei "Non ti sento bene, oddio oddio, ti prego vai in un posto che prenda meglio che io sto male!".
Io tra un pò collasso, mi balena l'idea del perchè una che sta così male perda tempo a chiamare la ginecologa, però faccio come dice lei, mi sposto e lei continua "Ho fatto il test, ci sono due linee rosse, ma una è più chiara, in realtà è il terzo che faccio, però gli altri erano negativi!!! ti prego ti prego, dimmi che sono incinta!".
A quel punto mi rilasso capisco che il malessere è solo emotivo, è solo gioia, ma lo chiedo a lei "Quindi Elena non stai male? è solo gioia?" e lei "Si, si!", dentro di me un pò la maledico per il coccolone che mi ha fatto prendere e lei sempre con la sua voce che ride "ah, si scusa, scusa, ma io sono al settimo cielo! pensa che sei la prima a saperlo, manco al mio fidanzato l'ho detto! avrò un bambinoooooooooooooooooooo!!!", ovviamente me ne guardo bene, al momento e in mezzo a tanto entusiasmo dal dirle di evitare di battezzare un test di gravidanza su urine della farmacia, ma la sua gioia e come una malattia contagiosa, quindi rido anche io, quindi le faccio gli auguri, quindi sorrido pensando a Elena, all'esordio della sua telefonata, a me che stavo per allertare il centro mobile di rianimazione, alla sua gioia, e poi a noi, me e lei che mi auguro inizieremo un'altra bella storia lunga nove mesi, più o meno...
ps. come inizio non c'è male!

martedì 4 gennaio 2011

Buon anno!

Con un pò di ritardo auguro a tutti un anno bellissimo e pieno di tutto ciò che più desiderate.
Il 2011 nel mio ospedale lo ho inaugurato io, i primi 3 parti, sul registro, portano il mio nome, un bell'inizio decisamente!
I primi due sono stati due cesarei, mio malgrado.
Sul primo non discuto, un distacco di placenta, sul secondo ho avuto molto da pensare.
Non è facile questo lavoro, prender la giusta decisione e prenderla al momento giusto non è sempre così scontato.
Vorrei avere la palla di vetro, ma purtoppo nel kit del bravo ginecologo non è compresa.
E prendere la decisione giusta quando un cesareo vorresti evitarlo è ancora più difficile...
Mi trovavo con la mia collega, a 8 cm il battito già lasciava molto a desiderare, a dilatazione completa oramai c'era un'importante bradicardia, che fare? andiamo avanti, sperando che bastino poche spinte? mettiamo una ventosa, facciamo una kristeller? ma la testa era ancora troppo alta... è un primo figlio, i tempi non erano dalla nostra parte... proviamo lo stesso, incoraggiamo la donna, ma il battito non accennava a riprendersi, mi guardo con la collega, ci dispiace da morire, ma corriamo in sala operatoria... c'era un giro serrato attorno al collo, come tante volte, ma troppo rischioso con quel battito che non accennava alcuna ripresa attendere ancora.
Non sono una cesarizzatrice, premetto, ma la decisione alla fine me la ha suggerita un pensiero "chi sono io per rischiare di metter al mondo un bambino con deficit neurologici?", no, non sono nessuno e che sono brava non lo devo dimostrare a nessuno, e soprattutto non devo farlo a discapito delle donne e dei loro figli.
Però poi, dopo Giulia, è arrivato Leonardo, che invece è nato da un parto bellissimo... in realtà il mio turno era finito, sarei dovuta andare via, ma dallo sguardo della donna ho capito che avrebbe voluto che io rimanessi con lei. Così sono rimasta e ne è valsa la pena, un bel parto, l'ennesima grandissima emozione, come tutte le volte...
E' difficile descriverlo... quelle ultime due spinte, quel corpo che scivola fuori e subito il pianto, l'ostetrica che subito mette il bimbo sulla pancia della mamma, un rapporto che si stabilisce immediatamente, un riconoscersi, perchè improvvisamente il bimbo smette di piangere... i nostri auguri alla coppia, i nostri sorrisi, i loro grazie... ecco, è sempre così e ringrazio il cielo che ancora riesco ad emozionarmi e in maniera così forte.
Poi saluto, vado via, ma lei, Simona, mi prende il braccio, ci siamo abbracciate, l'ho baciata sulla guancia e sulla fronte... ne è valsa la pena pure questa volta, qualche ora di lavoro in più, ma la mia giornata è iniziata benissimo e il viaggio verso casa l'ho fatto cantando per tutto il tempo e con il sorriso stampato sulle labbra...